DISTURBI D’ANSIA
L’ansia è un’emozione ed in quanto tale è comunemente provata da ogni persona. Normalmente è utile e adattiva poiché ci prepara ad affrontare situazioni importanti e molto significative. È caratterizzata inoltre da una serie di sintomi fisici che, se non gestiti adeguatamente, possono generare grande sofferenza e rendere l’ansia patologica. In altre parole l’ansia da emozione normale può diventare disturbo. I disturbi d’ansia sono:
Disturbo da attacchi panico
L’Attacco di Panico (AP) è uno stato di intensa paura caratterizzato dalla sensazione che qualcosa di catastrofico stia per accadere. Tale sensazione è accompagnata dai seguenti sintomi (spesso possono non manifestarsi tutti insieme):
- Tachicardia
- Sudorazione
- Tremori
- Sensazione di soffocamento
- Dolore o fastidio al petto
- Sensazione di asfissia
- Nausea o dolori addominali
- Sensazioni di sbandamento, testa leggera o vuota o sensazioni di svenimento
- Depersonalizzazione (sensazione di essere distanti o distaccati dal proprio corpo) e derealizzazione (sensazione di essere distanti o distaccati dalla realtà pur percependola chiaramente)
- Paura di perdere il controllo o di impazzire
- Paura di morire
- Sensazioni di formicolio o torpore (spesso alle estremità del corpo come le mani)
- Brividi o vampate di calore
L’attacco di panico di per sé non è classificabile come una patologia; è piuttosto un sintomo che può essere presente in tutti i disturbi d’ansia come in altri disturbi (per esempio disturbi dell’umore) e in alcune disturbi di natura medica (per esempio ipertiroidismo).
Un AP è molto frequente nella popolazione generale e spesso rimane come esperienza (seppur terribile) isolata. Se invece uno o più attacchi di panico sono seguiti da un periodo (almeno un mese) caratterizzato da una preoccupazione persistente (ansia anticipatoria) di avere un nuovo AP si può fare una diagnosi di Disturbo da Attacchi di Panico (DAP).
Se inoltre il soggetto affetto da DAP inizia ad evitare luoghi o situazioni (es. gallerie, ascensori, code, cinema, ecc.) in cui teme di non poter esser soccorso o di non potersi mettere in salvo in caso di malessere (nuovo attacco di panico) si può diagnosticare un Disturbo da Attacchi di Panico con Agorafobia.
Fobia Sociale
La Fobia Sociale (FS) è caratterizzata dalla paura intensa e persistente di trovarsi in una o più situazioni (es. una festa) o prestazioni sociali (es. parlare in pubblico) nelle quali il soggetto interessato si trova esposto a persone non familiari oppure a giudizio.
La paura centrale è quella di agire o comportarsi in maniera goffa, maldestra, inadeguata tale da provocare intense sensazioni di imbarazzo, vergogna e persino umiliazione. Spesso il timore può essere quello di esser ridicolizzato o umiliato a causa del mostrare i propri sintomi di ansia. Sebbene spesso i soggetti ritengano che la loro paura sia eccessiva o irrazionale, l’esposizione alle suddette situazioni, provoca sempre ansia che talvolta risulta così intensa da sfociare in un attacco di panico. Di conseguenza il soggetto tende a evitare o tollerare con estrema fatica le situazioni critiche succitate. L’ansia e l’evitamento spesso sono così cospicui da compromettere il funzionamento sociale e lavorativo.
Disturbo Ossessivo Compulsivo
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è caratterizzato dalla presenza di quelle che in clinica vengono chiamate Ossessioni e/o Compulsioni. Queste risultano tanto frequenti e gravi da assorbire così tanto tempo (indicativamente più di 1 ora al giorno) da compromettere il normale funzionamento sociale e/o lavorativo della persona che ne è affetta.
Le Ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti e ricorrenti che sono vissute soggettivamente come disturbanti, inappropriate, immotivate, irragionevoli causando forte ansia e/o disagio. Le Ossessioni sono definite “egodistoniche” poiché il loro contenuto è riconosciuto dal soggetto affetto da DOC come non adeguato o non aderente al suo modo abituale di pensare. Sono percepite inoltre come disturbanti e intrusive, cioè senza possibilità di averne il controllo. I pazienti con questo problema spesso riferiscono queste frasi: “E’ più forte di me, anche se non mi piace o mi disturba non posso smettere di pensarci”.
I contenuti più frequenti delle ossessioni sono:
- Contaminazione (per esempio essere contaminati quando si tocca qualcosa di potenzialmente sporco)
- Dubbi (se ho chiuso la porta, il gas, l’auto, ecc.; oppure se ho fatto qualcosa che inavvertitamente può aver causato danno a qualcuno)
- Ordine (necessità di avere e vedere tutto in ordine e non tollerare oggetti o cose in disordine o disposti in modo asimmetrico)
- Impulsi aggressivi verso sé o gli altri (per esempio aggredire o far del male a una persona cara)
- Fantasie sessuali (esempio ricorrenti immagini pornografiche).
Le Compulsioni sono dei comportamenti ripetitivi (per esempio lavarsi le mani, controllare se la porta è chiusa, riordinare, ecc.) o azioni mentali (per esempio contare, pregare, ripetere parole, ecc.) che vengono messe in atto per lenire o eliminare il disagio (ansia) proveniente dalle ossessioni o per prevenire il manifestarsi di qualche evento o situazione spiacevole (per esempio malattie o incidenti riguardanti persone care).
Disturbo Post Traumatico da stress
Il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS) si può manifestare in seguito a un’esperienza di un evento drammatico e/o catastrofico in soggetti che:
- hanno fatto esperienza personale e diretta con l’evento traumatico in questione (vittime primarie);
- hanno assistito all’evento (vittime secondarie) o sono parenti prossimi di vittime di un evento traumatico;
- il personale di soccorso (volontario o professionale) che si trova a operare con le vittime primarie o secondarie.
Gli eventi in questione possono essere eventi che causano minaccia di morte, lesioni gravi (per esempio incidenti stradali, aerei, terremoti, aggressioni sessuali, terrorismo) o altre minacce all’integrità fisica. In seguito all’esposizione a tali eventi traumatici il soggetto inizia a manifestare dei sintomi tra cui:
- Ricordi involontari e ripetitivi del trauma, sogni ricorrenti in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico e reazioni dissociative come flashback in cui ci si sente o si agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando. Le reazioni dissociative possono arrivare alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante. Inoltre può essere presente intensa o prolungata sofferenza psicologica nonché marcate reazioni fisiologiche all’esposizione a fattori scatenanti interni o esterni che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
- Evitamento continuo di fattori interni (ricordi, immagini, pensieri o emozioni) o esterni (persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti e situazioni) collegati o associati all’evento traumatico.
- Alterazioni di pensieri ed emozioni: si possono manifestare brevi e circoscritte amnesie riguardanti qualche aspetto importante dell’evento traumatico e sviluppare persistenti ed esagerate convinzioni o aspettative negative su sé stessi, gli altri, o il mondo come (es. “io sono cattivo”, “non ci si può fidare di nessuno”, “il mondo è assolutamente pericoloso”). Inoltre la valutazione delle cause dell’evento può risultare distorta e condurre ad attribuire a sé stesso (o a terzi) la colpa dell’accaduto. È frequente una variazione dello stato emotivo nel suo complesso il quale risulta pervaso da emozioni di paura, orrore, rabbia, colpa o vergogna. Questo può comportare una consistente riduzione di interesse o partecipazione ad attività significative, sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri o incapacità di provare emozioni positive come felicità, soddisfazione o sentimenti d’amore.
- Ipersensibilità o alterazione della reattività: come comportamento irritabile ed esplosioni di rabbia (con minima o nessuna provocazione) espressi spesso attraverso aggressioni verbali o fisiche verso oggetti e/o persone. Il soggetto inoltre può manifestare comportamenti spericolati e autodistruttivi. Oltre a reazioni di rabbia sono molto frequenti reazioni di estremo allarme e ipervigilanza, associate a problemi di attenzione, concentrazione e insonnia.
Nel suo complesso, questo disturbo determina una marcata compromissione del funzionamento sociale e lavorativo nel soggetto che ne è affetto.
Disturbo d’ansia generalizzato
Il Disturbo d’ansia generalizzato (DAG) è caratterizzato da sintomi d’ansia generalizzati e persistenti indotti dalla preoccupazione.
La preoccupazione è sproporzionata rispetto all’evento temuto, pervasiva e difficilmente controllabile dal soggetto.
La persona tende a preoccuparsi letteralmente di qualsiasi cosa, dalle cose più ordinarie della routine quotidiana (es. fare una telefonata, recarsi ad un appuntamento, ecc.) a quelle più complesse come la famiglia, il denaro, il lavoro, la salute personale (in ordine decrescente di frequenza).
L’apprensione con anticipazione pessimistica di eventi disastrosi per sé o per i propri familiari in assenza di realistiche motivazioni, rappresenta il sintomo principale del disturbo a cui si accompagnano segni di:
- tensione fisica (tensione muscolare soprattutto al capo, al collo e al dorso, dolori diffusi e cefalee e tremori)
- iperattività neurovegetativa (respiro affannoso, palpitazione, sudorazione, secchezza delle fauci, sensazione di nodo alla gola o di testa vuota e leggera, vampate di calore; disturbi gastroenterici)
- disturbi cognitivi (rimuginio – “worry” -, scarsa concentrazione e facile distraibilità, disturbi della memoria)
- disturbi della vigilanza (irrequietezza, irritabilità, nervosismo, stato di allarme)
- disturbi del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno o sonno inquieto e insoddisfacente).